La Sindrome da Corridoio: che cos’è e come uscirne

da | Lug 17, 2020 | Disturbi

La metafora del corridoio rappresenta la situazione nella quale gli argini che creano una linea di divisione tra l’ambiente lavorativo e quello privato/familiare vengono meno in situazioni di stress eccessivo, consentendo agli stimoli provenienti dai due ambienti, di tracimare e di comunicare tra loro amplificandosi reciprocamente.

Il passaggio dall’ambiente di lavoro a quello privato e viceversa comporta frequentemente un trasferimento di stati d’animo ed emozioni spiacevoli che si insinuano nei contesti non appropriati, con il rischio di sovraccaricare la capacità individuale di gestire sia le competenze lavorative che quelle private.

Nel contesto di vita quotidiana si è, infatti, creato «un “corridoio” senza soluzione di continuità tra gli stimoli propri dell’ambiente di lavoro da quelli della vita familiare o privata che sia».

Un vero e proprio circolo vizioso…

Sempre più spesso accade che la famiglia generi o amplifichi le tensioni fisiche, emotive e comportamentali restituendole nel contesto lavorativo, in un ciclo autogenerante.

D’altra parte però non è raro che le tensioni lavorative vengano trasportate nella vita privata, non adatta a compensarle, e quando tali tensioni si cronicizzano possono provocare rotture comunicative e aggressività, ostacoli che vengono spostati, a loro volta, nel contesto lavorativo.

Cosa comporta tutto ciò?

Sicuramente ripercussioni a livello fisico e psichico.

I sintomi che compaiono più frequentemente a causa degli elevati livelli di stress percepito riguardano alterazioni comportamentali, difficoltà di concentrazione, cefalee, dolori muscolari, disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale, disturbi del sonno, ansia, sbalzi d’umore e una maggiore predisposizione all’aggressività.

La Terapia Breve può essere davvero d’aiuto per uscire da questa situazione, perché in breve tempo può permetterti di sperimentare concreti benefici per tornare nuovamente a godere della tua vita lavorativa e privata.

Cosa puoi fare per uscirne?

1. Tieni un diario

Può sembrarti banale, ma la scrittura ha davvero un potere terapeutico. Per questo ti consiglio di sfruttarla a tuo vantaggio.

Mettere le parole su carta, nero su bianco, infatti, ha un potere davvero particolare, come è stato osservato da molti studi scientifici

La scrittura permette di creare una struttura più organizzata rispetto ai pensieri e alle emozioni.

Un vero e proprio processo di rielaborazione, dove i pezzi vengono messi in ordine, la comprensione migliora, le emozioni forti trovano un contenitore in cui sfogarsi e la persona assume il distacco necessario per osservarle meglio.

2. Metti delle regole

Ovviamente rispetto ai tuoi impegni lavorativi.

Stabilisci che, una volta chiusa la porta dell’ufficio, è severamente vietato controllare la casella di posta o il cellulare di lavoro. Per facilitarti in questo compito ti consiglio di spengere il cellulare di lavoro e di chiuderlo a chiave in un cassetto. Anche per la casella di posta potresti fare il logout, così da non ricevere le notifiche qualora ti arrivassero email di lavoro.

3. Ritaglia ogni giorno del tempo per te

Nella tua agenda programma ogni giorno del tempo da dedicare a qualcosa che ti piace: giardinaggio, yoga, palestra, leggere un libro, vedere un film, ascoltare musica, suonare. Assicurati di avere ogni giorno in agenda un’attività che ti piace fare.

Prova a mettere in pratica questi 3 suggerimenti per almeno 2 settimane e, se ti va, dimmi quali miglioramenti hai notato.

Bibliografia

ISPESL (2002). Lo stress in ambiente lavorativo. Linee guida per datori di lavoro e responsabili dei servizi di prevenzione. Roma: Dipartimento Documentazione, Informazione e Formazione dell’ISPESL.

Smart, A. (2014). In pausa. Come l’ossessione per il fare sta distruggendo le nostre menti. Milano: Indiana.

Spero che questo articolo ti offra nuovi spunti di riflessione.

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