Il gioco è bello quando dura poco: come smettere di giocare d’azzardo?

da | Mag 14, 2020 | Dipendenze

Slot machine, giochi online, scommesse, videopoker, lotto…potrei stare qui ore a farti l’elenco di tutti i modi con cui si può giocare d’azzardo!

E potremmo stare insieme ore a parlare di quale possa essere la causa per cui hai iniziato, da cosa è partito tutto, quanti soldi hai perso ecc.

Ma in questo articolo mi interessa fare altro, ovvero aiutarti a capire come funziona il tuo rapporto con il gioco e che cosa puoi iniziare a fare da solo per uscirne.

E per fare questo, voglio precisare che quando ti parlo di gioco d’azzardo non lo faccio in modo assolutistico e moralizzante. Non è il gioco d’azzardo in sé ad essere problematico, ma l’uso che se ne fa. Ed oggi parleremo esattamente di questo.

Secondo la relazione al Parlamento dell’Osservatorio nazionale nel 2019 tra gli 8 ed i 10 milioni di persone in Italia hanno giocato d’azzardo e per i 1,3 milioni il gioco assume una forma patologica, con conseguenze principalmente a livello psicologico, economico e relazionale:

  • Continue bugie
  • Difficoltà economiche e debiti
  • Problemi lavorativi e sociali
  • Crisi di coppia e difficoltà familiari
  • Isolamento
  • Sbalzi d’umore

Chi gioca perde, senza rendersene conto, la capacità di controllo sul gioco e, di conseguenza, su tutta la sua vita.

Da svago a dipendenza

Chi gioca d’azzardo sa che tutto è cominciato, appunto, come un gioco. Quel gratta e vinci da 5€ comprato al tabacchi, quei 2€ messi nella macchinetta…niente ti avrebbe mai portato a pensare di diventarne così coinvolto.

Questo processo può essere scomposto in 3 fasi:

1. Fase di vincita

Come ti dicevo, hai tentato la fortuna ed hai vinto, anche diverse volte. Scommetto (solo a parole eh) che ti sei sentito potente, ricco ed hai provato una strana frenesia e voglia di giocare ancora, per vincere sempre di più. Hai provato piacere, pienezza, benessere. Ed è proprio qui che tutto è peggiorato.

2. Fase della perdita

Hai vinto, ma hai anche perso. Tante volte. Ed ogni volta sale la rabbia, la frustrazione, l’impotenza…ma anche il desiderio di prendersi una bella rivincita!

E’ proprio la perdita che innesca la dipendenza: perdere ti porta a giocare di nuovo, il gioco comporta il bisogno di soldi, il bisogno di soldi comporta, spesso, l’indebitarsi. Una volta riprovata la vincita, però, la fiducia in te stesso ritorna, dando di nuovo vita questo meccanismo ancora, ancora e ancora.

3. Fase della disperazione

Sbalzi d’umore, rabbia, problemi economici. La situazione non è più sotto controllo, ma non riesci a smettere di giocare e il desiderio di tornare a sentirti onnipotente e vincere, prende il sopravvento. E non sai come uscirne.

Ed in questo lockdown l’impossibilità di giocare d’azzardo può provocarti un aumento del livello di stress, inquietudine, aggressività, disturbi del sonno, pensiero ossessivo ed inasprimenti nelle relazioni di convivenza. Oppure, hai continuato a giocare comodamente da casa online tua in totale anonimato, senza che nessuno se ne accorgesse favorendo un senso di deresponsabilizzazione e distacco dalle tue azioni.

Il gioco ci rapisce. Giocando siamo per un po’ liberati dall’ingranaggio della vita, come trasferiti su un altro mondo dove la vita appare più leggera, più aerea, più felice” – Fink E.

Perché non riesci a smettere di giocare?

Perché il gioco d’azzardo si innesta su una sensazione di base molto forte: il piacere. Ed anche quando perdi, ti dici che è solo un caso, è solo sfortuna e presto tornerai a vincere, la fortuna tornerà dalla tua parte. È solo una questione di attesa.

Come per altre forme di dipendenza, non c’è la sofferenza data dalla mancata assunzione della sostanza, ma la ricerca del puro piacere di giocare, la smaniosa ricerca delle sensazioni piacevoli date dal gioco, che finisce per sostituirne tante altre, divenendo così irrinunciabile.

Cosa puoi iniziare a fare da solo?

Dicevamo che il piacere è una parte fondamentale del tuo problema. Anzi, è proprio sul piacere che esso si struttura.

Ed è proprio dal piacere che dobbiamo partire.

Ecco 2 cose che puoi iniziare a fare fin da subito:

1. Giocare…a tempo!

Immagino che tu abbia provato tantissime volte ad importi di non giocare più da un giorno all’altro. Con il risultato poi di un’amara sconfitta e una grande frustrazione.

Quello che ti suggerisco di fare, invece, non è smettere di giocare, ma di farlo in spazi e tempi stabiliti puntando ogni giorno la stessa identica cifra. Dovrai giocare ogni giorno per la stessa quantità di tempo, anche quando non hai voglia di farlo.

2. La hit parade delle rinunce

Ti capita mai di pensare a quante cose vorresti fare, ma poi rinunci a farle per colpa del gioco?

 E’ arrivato il momento di fare …La Hit Parade delle rinunce!

Come si fa?

Organizza una lista da compilare dove annoti tutte le cose che temi di fare, rinunci a fare o vorresti iniziare ma non inizi. Basta carta e penna, un po’ di buona volontà e 5 minuti a fine giornata. Voglio che fai un monitoraggio giornaliero di tutto ciò a cui puntualmente rinunci.

Non ti sto chiedendo di smettere di rinunciare, perché probabilmente non sei capace adesso; voglio solo che tu monitori, annotandole, tutte le situazioni/cose a cui rinunci, pensando che ogni volta che rinunci diventa sempre più difficile iniziare e dici a te stesso che probabilmente non sei in grado di farle.

Quindi, ogni sera fai una lista delle rinunce che hai fatto durante la giornata e assegna ad ogni voce della lista un voto da 1 a 5, in base a quanto quella rinuncia pesa per te.

Forse, ti accorgerai che alcune cose a cui rinunci pesano di più ed altre di meno e, forse, scoprirai che iniziare a non rinunciare potrebbe essere la soluzione per non rinunciare più.

Se ti va, fammi sapere come sta andando.

Ricorda che se hai bisogno di un aiuto in più, puoi contattarmi e ti aiuterò ad uscire da questo problema nel più breve tempo possibile.

Dr.ssa Valeria Campinoti

Psicologa

Terapia a Seduta Singola

Bibliografia

Nardone, G., Portelli, C. (2013). Ossessioni. Compulsioni. Manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.

Patrizi, P., Bussu, A. (2005). Giocare d’azzardo. Significati sociali e ragioni soggettive. In Psicologia & Giustizia, VI, 2

Spero che questo articolo ti offra nuovi spunti di riflessione.

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