“Una sera, durante una normalissima cena in famiglia, ho avuto come la sensazione che qualcosa mi rimanesse incastrato in gola. Da quel giorno è inziato il mio inferno. Avverto sempre la sensazione di qualcosa fermo in gola, e praticamente non mangio più. Tutte le volte che mi devo mettere a tavola mi sale l’ansia, non riesco a deglutire e quello che riesco a mandare giù mi sembra che mi si fermi in gola. Ho fatto diverse visite (otorino, gastroenterologo) ma non hanno riscontrato nulla attualmente”
Sempre più frequenti sono le richieste di terapia che ricevo per un disturbo fobico che può diventare fortemente impedente, ovvero l’anginofobia che può presentarsi con livelli diversi di intensità e gravità diversi.
T. mi contatta perché da qualche mese ha paura di soffocare mangiando e questo l’ha portata a ridurre drasticamente l’assunzione di cibi solidi con una conseguente perdita di peso. Evita qualsiasi situazione sociale in cui si consuma cibo: niente aperitivi, niente cene fuori, niente gelato con le amiche.
Anche a casa la sua “dieta” è molto limitata: niente carne, niente pasta lunga, niente verdura a foglie.
Solo alimenti facilmente masticabili, piccoli e tendenzialmente liquidi.
Ma che cos’è l’anginofobia?
Rappresenta la paura irrazionale di morire soffocati a causa di qualcosa che potrebbe andare di traverso: cibo, pillole, nei casi più gravi liquidi o la stessa saliva.
Questa fobia talvolta viene erroneamente confusa con la disfagia o con la iper-riflessia faringea, due disturbi della deglutizione che non hanno nulla a che vedere con l’anginofobia.
Questa paura può nascere da un’esperienza spiacevole che ti capitata in prima persona, ad esempio con qualcosa andato di traverso durante un pasto oppure l’essere stati spettatori di una situazione simile accaduta ad altre persone.
Non è comunque l’evento iniziale in sé a costruire questa fobia, ma il modo in cui reagisci all’evento e nello specifico ciò che metti in atto per evitare la paura.
Queste azioni e reazioni, in un’ottica di Terapia Breve, prendono il nome di Tentate Soluzioni Disfunzionali: infatti, anziché risolvere il problema, lo alimentano e fanno sì che esso peggiori.
Utilizzando le parole di Paul Watzlawick: le tentate soluzioni diventano il problema.
Quali sono le Tentate Soluzioni per l’anginofobia?
Dopo l’evento “traumatico” vissuto, hai iniziato a pensare in modo sempre più costante al cibo e, soprattutto al momento dei pasti, domandandoti: cosa potrebbe accadere? Riuscirò a deglutire? Potrò mangiare quella pietanza? E se soffoco? E se mi strozzo?
Questi pensieri hanno trasformato i momenti del pasto in una spiacevole esperienza prima, durante e dopo.
Le tentate soluzioni che hai attuato per cercare di risolvere il problema sono:
1. L’evitamento di alcuni alimenti percepiti come rischiosi
In genere, si comincia con l’eliminare dapprima la carne, iniziando da quella rossa, poi la pasta, da quella con formato più grande, poi alcune verdure e così via.
Questa soluzione in un primo momento sembra funzionare perché ti fa sperimentare una immediata sensazione di rassicurazione e sollievo dal rischio di soffocamento, ma al tempo stesso ti dà la conferma della pericolosità del cibo evitato agendo sulla credenza “non sono rimasto soffocato perché non ho ingerito quel determinato alimento”. Mettendo in atto più e più volte questo schema, si crea un vero e proprio circolo vizioso: più eviti, più ti confermi di avere un problema e più prepari il terreno per l’evitamento successivo.
2. Frullare/omogeneizzare il cibo per renderlo più facilmente deglutibile
Immagino che questo quadro che inizia a delinearsi e ruotare intorno al tema del cibo e dell’alimentazione, non può non avere delle ripercussioni invalidanti anche sulla tua sfera lavorativa o affettiva, e più in generale sociale.
Con quanta angoscia vivi un pasto di lavoro? Oppure una cena con gli amici?
Come uscirne?
Ci tengo a precisare che, qualora non lo avessi fatto, puoi consultare un medico per escludere qualsiasi tipo di problema organico.
Se non esiste alcun tipo di problema fisico che possa giustificare le sensazioni che senti, allora puoi rivolgerti ad uno Psicologo.
Ma prima voglio suggerirti un semplice esercizio preso in prestito dalla Terapia Breve e che puoi iniziare a fare fin da subito.
Da qui alle prossime 2 settimane, ogni volta che stai per mangiare, prenditi 10 minuti di tempo prima di metterti a tavola, per sederti in un posto comodo e tranquillo. Imposta una sveglia a 10 minuti ed in questo tempo pensa a tutte le cose peggiori che potrebbero accaderti mentre stai mangiando. Concentrati sia sui pensieri, sulle emozioni ed anche sulle sensazioni fisiche che potrebbero essere presenti nel momento in cui mangi. Sforzati di pensare a tutte le cose che temi di più. Quando suona la sveglia, interrompi immediatamente l’esercizio e ti metti a mangiare.
Se ti stai chiedendo a cosa possa servire questa tecnica, che apparentemente può sembrarti una tortura, sappi che lo capirai solo nel momento in cui lo farai ogni giorno. Se vuoi avere maggiori informazioni o spiegazioni su come farlo, contattami.
Fammi sapere, se vuoi, quali segni di miglioramento noterai nelle prossime settimane.
Quando rivolgersi ad uno Psicologo?
Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto più strutturato e che l’esercizio non ti basta perché il problema persiste, rivolgiti ad uno Psicologo.
In particolare, la Terapia Breve rappresenta un approccio particolarmente efficace ed efficiente nello specifico per la Terapia dell’anginofobia e per il trattamento dei disturbi fobici e ossessivi in generale, sia nel caso di pazienti adulti che di bambini. Sottolineo anche il concetto di efficienza (capacità di risolvere un problema nel minor tempo possibile) oltre a quello di efficacia (capacità di risoluzione del problema) perché come puoi ben immaginare, quando la vita di una persona è compromessa da un problema o da una difficoltà, c’è ancora di più l’urgenza di farla tornare a stare bene nel minor tempo possibile.
Bibliografia
Nardone G. (2016) La Terapia degli attacchi di panico. Editore Ponte alle Grazie
Nardone G. (1993) Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Editore: Ponte alle Grazie